
Ci vuole coraggio. Ci vuole coraggio e audacia per proporre in una calda sera di agosto in riva allo stretto un evento di notevole importanza culturale. Lunedì 2 agosto nella suggestiva cornice del Chiostro di San Giorgio al Corso messo a disposizione dal Parroco don Nuccio Santoro sempre impegnato nel sociale, il Cis, Centro Internazionale Scrittori di Reggio Calabria ha offerto a un numeroso pubblico attento e partecipe, la visione del film “ Liberarsi. Figli di una rivoluzione minore” opera del regista reggino Salvatore Romano, che ha elaborato una analisi critica sofferta e profonda dei famosi Fatti di Reggio del 1970. Il film fa venire la pelle d’oca : umiltà e spietatezza, determinazione e disperazione, Stato e anti Stato, popolo e potere, anzi poteri diversi, si intrecciano per tentare di dare un significato concreto ad un fatto emblematico di quegli anni, quando una piccola colonia, quale era stata ridotta dall’unificazione risorgimentale in avanti, una città come Reggio Calabria ha osato ribellarsi contro la madrepatria, la quale, a sua volta, per sopprimere la ribellione di un popolo intero non sa fare altro che invadere la città con i carri armati delle forze dell’ordine istituzionali. Il film è ben costruito e la storia fedele ai fatti realmente accaduti, suscita emozioni e sentimenti spesso sopiti, ma pur essendo in un certo senso duro, il lavoro non risulta mai pesante, anzi cattura l’attenzione e stimola commenti e riflessioni quantomai attuali.Tra le infinite celebrazioni che si rincorrono per i 40 anni della Rivoluzione di Reggio Calabria questo film ne rappresenta, secondo me, il modo migliore, nel senso che è un lavoro, sicuramente faticoso e sofferto, che rifugge da ogni retorica e che pone interrogativi tuttora attuali.Il fatto poi che questo film non trovi spazio per la diffusione conferma che la storia d’italia, e per essa i suoi rappresentanti istituzionali ancora non hanno chiuso i conti con i FATTI DI REGGIO. In questo senso il nostro è uno Stato Monco, che non può guardare al futuro perchè non ha il coraggio e la forza di chiudere con il passato. Un lavoro, quello di Salvatore Romano, che cerca la verità, e ,quindi, per certi versi , scomodo, e che anche per questo dovrebbe essere trasmesso pure dalla televisione, soprattutto da quella di Stato, unica emittente negli anni settanta, per cercare di rimediare in qualche modo ai danni, alle mistificazioni e alle falsità mandati in onda nei telegiornali dell’epoca. Nel cast anche Giacomo Battaglia nei panni di un sacerdote molto credibile. Bravo Battaglia anche se non ricopriva un ruolo comico. Presenti all’evento Battaglia e l’insostituibile Misefari hanno offerto una parentesi leggera quantomai gradita per allentare la tensione dopo la proiezione del film.La serata è stata presentata dalla Presidente del Centro Scrittori Rosita Loreley Borruto con la partecipazione di Mimmo Raffa, giornalista e attore reggino responsabile di Blu Sky cabaret.All’evento era presente anche l’attore nostro conterraneo Paolo Fiorino .
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