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Posts Tagged ‘mistero affascinante’

Tra storia e leggenda, il mistero continua ad affascinare.

Polinice jpg

Una nuova ipotesi sui Bronzi: Pitagora di Reggio? In una classe di sarcofagi attici è presente una versione magnogreca del mito del duello finale fratricida tra Eteocle e Polinice, che dobbiamo al grande poeta Stesicoro. Mentre nella tragedia attica di Eschilo sui Sette a Tebe i due fratelli Eteocle e Polinice si uccidono senza l’intervento pieno di pathos della madre, che, nell’Edipo tiranno di Sofocle, si era già suicidata quando aveva compreso di avere sposato il figlio, il mito magnogreco si rifà ad un’altra tradizione, in cui Giocasta non si suicida alla notizia dell’incesto, ma tenta di dividere i due figli nel momento in cui si affrontano. Il sarcofago attico mostra tutti i personaggi presenti alla scena: i due giovani si fronteggiano, mentre la vecchia madre, che ha scoperto i seni per ricordare ad entrambi di essere fratelli e di avere succhiato lo steso latte, tenta di frapporsi; dietro, si vedono Antigone, sorella di Eteocle e Polinice, ed Edipo, il padre. Una parte degli studiosi crede che i sarcofagi copino un gruppo statuario celebre fino alla tarda antichità. Lo scrittore greco Taziano, nella sua opera Adversos Graecos (“Contro i pagani”), 34, p. 35, 24 ss. Schw. (= Overb. 501), scrive: “Infatti non è difficile che il fratricidio sia tenuto in onore presso di voi, che, vedendo le statue di Polinice e di Eteocle, non distruggete il ricordo di quell’infamia, seppellendole con il loro autore Pitagora” (trad. di A. De Franciscis)

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. Che i sarcofagi tramandino il ricordo di quest’opera è una ipotesi scientifica che ha il consenso di molti esperti. Osservando i personaggi presenti nei sarcofagi, si nota come i due fratelli Eteocle e Polinice siano molto simili, compositivamente, ai due Bronzi da Riace: la medesima posa sembra quasi un gioco di specchi che mostra i due fratelli simmetrici, ricordando la loro comune origine. In alcuni sarcofagi si nota anche la smorfia digrignante di Polinice, che ricalca quella della Statua A. Da queste considerazioni, una pacata proposta: che si tratti proprio dell’originale del gruppo statuario di Pitagora di Reggio, celebrato nell’antichità perché capace di rendere come nessun altro i riccioli di barba e capelli, e per fare “respirare” le statue, cioè rendere perfetta l’ anatomia dei vasi sanguigni ?

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