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E’ l’ ideologia che fa male all’ambiente
STEFANIA PRESTIGIACOMO, Ministro per l’ Ambiente
Caro direttore,
Mario Tozzi, noto volto televisivo e presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, su La Stampa di giovedì accusa il governo d’essere a favore dell’ambiente a livello internazionale, lodando gli esiti del recente G8 ministeriale di Siracusa sui cambiamenti climatici e il contrasto alla perdita della biodiversità (troppa grazia dottor Tozzi), ma di «remare contro» l’ambiente a livello nazionale. È vero, io «remo contro». Remo contro l’ambientalismo ideologico, la retorica dell’ecologicamente corretto, remo contro il pensiero unico «verde», recentemente così apprezzato anche dagli elettori.

Remo contro una cultura che ha fatto gravissimi danni all’ambiente italiano, rifiutando la riconversione delle centrali a olio combustibile con altre meno inquinanti, i rigassificatori, i termovalorizzatori, le autostrade, i campi eolici. Tutto con il risultato ambientale che chi inquinava molto ha continuato a inquinare molto, chi trasportava su gomma per vie lunghe, tortuose e ingorgate ha continuato a farlo, consumando gasolio e inquinando di CO2 e polveri sottili. Con il risultato che la spazzatura è finita bruciata nei cassonetti per le strade di Napoli. Con il risultato che, mentre non si facevano queste opere essenziali per il paese e per l’ambiente, il «sistema verde» occupava ogni poltrona e strapuntino, parco, riserva, commissione, come Tozzi ben sa.

Io la penso diversamente, e penso anche che un gruppo di parlamentari della maggioranza sia libero di contestare la posizione dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) sui cambiamenti climatici, senza che ciò implichi un cambio di posizione del governo, che ha assunto chiari impegni a livello internazionale e lavora per un accordo globale sul clima. E sarebbe anche il caso di rappresentare più realisticamente le posizioni dei Paesi esteri. Barack Obama, che ho incontrato la settimana scorsa a Washington in occasione del Major Economy Forum, ha certamente un’anima ed un programma molto più ambientalista del suo predecessore, e di ciò siamo sinceramente lieti.

Ma il Presidente degli Stati Uniti non ha negato le difficoltà del suo progetto al Senato. Né mi risulta che abbia mai detto che gli Usa vogliono uscire dal nucleare, che in America c’è e produce energia. Come non lo ha detto il premier Brown (25% di energia elettrica britannica prodotta con il nucleare). Come non lo ha detto il presidente francese Sarkozy (70%). Mentre in Germania (30%) è stato «congelato» il programma di uscita dal nucleare. E dopo la riconversione all’atomo di alcuni leader ambientalisti internazionali, anche in Italia autorevoli esponenti della cultura progressista, da Chicco Testa a Umberto Veronesi, ammettono che il nucleare è una fonte «pulita».

Sul solare poi siamo il Paese europeo con i più alti incentivi, abbiamo una serie di programmi a sostegno delle energie rinnovabili, abbiamo sbloccato finalmente il fondo di rotazione per Kyoto (800 milioni di euro), che era stato congelato dal precedente governo, per la ricerca e la promozione delle fonti alternative agli idrocarburi e per il risparmio energetico. Stiamo incentivando la bio-edilizia nel piano casa e anche negli alloggi d’emergenza in Abruzzo. Il solare è un settore in vertiginosa crescita. Dobbiamo fare di più, gli altri sono più avanti, è vero. In passato è stato accumulato il ritardo. Noi stiamo costruendo il recupero e lo sviluppo. Mi dispiace per Tozzi. Non c’è confusione. Manca solo la retorica.

la stampa

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