Status e status symbol.
Don Maurizio Patricello, sacerdote in quel di Caivano, si è rivolto al Prefetto di Caserta, signora Carmela Pagano, chiamandola ripetutamente Signora . Il Prefetto di Napoli, signor Andrea De Martino, presente all’incontro, ha richiamato il religioso perchè avrebbe dovuto rivolgersi alla collega con il titolo del ruolo di Prefetto, per rispetto delle Istituzioni.Questa la notizia, dalla quale scaturisce una polemica tra i due richiamata dai media.
Non entro qui nel merito, perchè non mi interessa se ci fossero dei precedenti o se il religioso abbia usato dei toni ironici. Perchè è vero che spesso una donna viene interpellata per lo status personale, laddove per l’uomo viene enfatizzato lo status symbol, cioè il ruolo sociale; per cui l’avvocato, il dottore, l’ingegnere e via dicendo sono prerogative di genere maschile, che diventano signora e signorina nel genere femminile.
Ho lavorato per molti anni nell’ambiente prevalentemente maschile, all’epoca, di un istituto di credito e conosco bene la faccenda.
Ho avuto, però, un collega laureato che pretendeva di essere chiamato signore perchè sosteneva che lui, come tutti, era innanzitutto un signore che, casomai, aveva una laurea e si era guadagnato con fatica un posto di lavoro in una azienda, nalla quale ricopriva un ruolo, per il quale però non aveva rinnegato il suo essere, signore, appunto.
Nel fatto di cronaca di cui sopra, infatti, non si discute sul titolo di studio, ma sul ruolo istituzionale.
Secondo questo punto di vista allora il nostro linguaggio dovrebbe essere infarcito da vocaboli come maestro, professore, dirigente,amministratore, giudice, comandante, vigile, netturbino, attore, sociologo, collaboratore ecologico e via dicendo al maschile e, ovviamente, al femminile.
Facile immaginare la torre di babele di un dire arricchito da queste parole. Nel suo significato intrinseco la parola signore è un termine aulico che viene dal latino senior comparativo di senex, vecchio, quindi più vecchio, più anziano, per cui più saggio. Nel tempo ha indicato anche il padrone e il ricco.
In proposito qualche anno fa Fromm scriveva di “Essere o avere” e il nocciolo del problema sta proprio qui perchè l’assere umano è tale in quanto è persona; il fatto poi che nel contesto sociale in cui vive svolga un ruolo qualunque, anche istituzionale, non dovrebbe offuscare, predominare il suo essere individuale. Anche perchè l’eccessiva importanza che oggi viene data all’immagine porta a deviazioni di carattere che influiscono sia sul quotidiano lavorativo, e privato, sia sul dopo in quanto una volta dismessa l’attività di ruolo ci si sente privati del proprio simbolo e spesso si rischia la depressione.
Aggressività, alterigia, abusi di potere accompagnano sovente un modo di porsi irrispettoso e irriguardoso nel confronti dell’altro, che viene percepito come oggetto sul quale fondare la propria affermazione e sul quale, magari inconsciamente, scaricare le proprie frustrazioni.
Questo modus di comportamento è ormai così diffuso da diventare prassi e da essere considerato un diritto; certamente non è un atteggiamento signorile. Cioè da signore. C’è da dire anche che molti uomini hanno bisogno di essere interpellati con il titolo per sentirsi in qualche modo realizzati e annegare le proprie frustrazioni, mentre noi donne siamo superiori a queste cose.
A questo punto per la buona pace di tutti quanti perchè non abolire gli appellativi relativi al ruolo sociale e rivolgersi a tutti con la bella parola “signore- signora” ?