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Archive for gennaio 2018

Peppe Caridi-Reggio Calabria, le terribili immagini foto e video dell’incendio di stamattina a San Ferdinando: una giovane nigeriana è morta carbonizzata, altri feriti gravi

incendio tendopoli san ferdinando (4)

E c’è chi ancora ci parla di “integrazione”, nel “Giorno della Memoria” in cui dovremmo ricordare le vittime dell’Olocausto affinchè qualcosa del genere non si verifichi mai più. Almeno Hitler, nella sua follia assassina e criminale, era coerente e non mascherava le sue intenzioni dietro ipocriti annunci sul multiculturalismo, sull’integrazione e sulla solidarietà.

Quello che è successo stamattina nella tendopoli di San Ferdinando è grave, gravissimo. Perchè era già successo tra 2016 e 2017, due volte, che il fuoco divampasse tra le baracche della Piana provocando diversi feriti. E stavolta c’è scappato anche il morto, una donna nigeriana di appena 30 anni. Si chiamava Amine, il cadavere è stato ritrovato carbonizzato in una delle baracche ridotte in cenere dal fuoco. Amine si trovava lì per raccogliere agrumi e guadagnarsi qualche euro necessario alla sopravvivenza. Era venuta in Italia sognando un futuro migliore, attratta con l’inganno. Certamente non sapeva di andare incontro ad un destino così crudele. Non sapeva di trovare ghetti e campi di concentramento in un Paese come l’Italia. Altre due donne sono gravemente ferite con pesantissime ustioni, ricoverate all’Ospedale di Polistena. In questi momenti staranno sognando la loro casa, rimpiangendo la scelta di aver mollato tutto inseguendo false speranze.

E molte ore dopo il rogo nella baraccopoli si può ancora sentire l’odore acre della plastica bruciata, osserviamo pali di legno carbonizzati, pezzi di lamiera ancora fumanti. L’incendio ha cancellato oltre 200 baracche, e senza l’immediato intervento di Vigili del Fuoco e Carabinieri sarebbe andata molto molto peggio. Ma a San Ferdinando passano gli anni, passano gli incendi e nulla cambia. A San Ferdinando oggi, per l’ennesima volta, è fallita la politica dell’accoglienza che in Calabria ha trovato il pieno supporto dei governi locali, dal Presidente Regionale Mario Oliverio al Sindaco di Reggio Calabria, che è anche Sindaco della Città Metropolitana (di cui San Ferdinando fa parte), Giuseppe Falcomatà. Miopi. Silenti. Assenti. Che almeno per oggi non ci prendano in giro parlando di Auschwitz, della “Memoria”, dell’Olocausto. Perchè San Ferdinando è la nuova Auschwitz e in Calabria si sta consumando la Shoah del terzo millennio, frutto di un’altra aberrazione ideologica di governanti certamente più democratici rispetto alle dittature nazi-fasciste, ma evidentemente altrettanto miopi rispetto a ciò che stavano provocando a livello sociale e umanitario. Con l’aggravante di ergersi a paladini della solidarietà, dell’integrazione e del multiculturalismo. In realtà è il fallimento più totale di una politica aberrante e cieca. Le immagini di stamattina a San Ferdinando sono terribili, sembra un film dell’orrore che purtroppo è realtà. Oggi a Reggio Calabria nel “Giorno della Memoria”.

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Seuls les enfants savent aimer

 

 

Bruno Caliciuri, chi è costui?

Mimma Suraci-La vita ti riserva sempre delle sorprese, alcune belle, come questa. La storia di Bruno Caliciuri è infatti una piacevole e gradita risonanza che richiama sentimenti ed emozioni spesso trascurati dal frastuono  frenetico del quotidiano. Fermiamoci, dunque, per assaporare una delicata  pagina  di poesia.

Oggi, 8 gennaio 2018. L’Independant dedica un titolo in prima e una intera pagina al famoso  cantante  francese Calì, nome d’arte proprio di Bruno Caliciuri, il cui nonno, Giuseppe, fratello di Teresa, la mamma di mio marito, dal paese d’origine, S. Stefano in Aspromonte, dopo diverse peripezie in giro per il mondo, approda in Francia e si stabilisce con l’amata sposa spagnola, a Vernet les Bains in Occitania. In questi giorni ricorre il triste anniversario della morte della giovane mamma, che aveva appena compiuto 33 anni il 3 di gennaio, quando il piccolo Bruno aveva appena sei anni. Il bimbo porterà sempre nel cuore la ferita incisa dalla   perdita della mamma e adesso, affermato cantautore con ben 7 album pubblicati, ha voluto raccontare nel romanzo Seuls les enfants savent aimer , la sofferenza di lui bambino nei  terribili 8 mesi succedutisi alla morte della mamma.  Un racconto intenso e delicato che inizia, dunque, il 7 di gennaio, la data in cui la mamma viene sepolta. Quante cose avrebbe voluto dire alla mamma, quante volte avrebbe voluto rifugiarsi tra le sue braccia, quanti se, quanti ma, quante domande senza risposte!

Un cantautore genuino e profondo, idilliaco e spregiudicato, impegnato e sentimentale; nelle sue canzoni Bruno, con tratto leggero  e deciso, lontano da pietismi e vittimismi, tocca, canta, grida, urla, con sensibilità infinita e straordinaria  passione, inquietudini e turbamenti,malinconie e tenerezze,  gioie e felicità in una esplosione emotiva sofisticata  che va direttamente al cuore di chi ascolta, e di chi legge, che si sente coinvolto e protagonista.

Il libro è un inno alla mamma, sotteso dalla  colonna sonora della stessa delicata sensibilità di una intelligenza emotiva vivace e appassionata che accompagna tutte le sue canzoni.

Solo i bambini sanno amare: il romanzo di Bruno Caliciuri, in arte Calì,  dato alle stampe uscirà a giorni per i tipi di Cherche Midi e si annuncia già un successo

 

“L’enfance et ses blessures, sous la plume de Cali.

Seuls les enfants savent aimer.
Seuls les enfants aperçoivent l’amour au loin, qui arrive de toute sa lenteur, de toute sa douceur, pour venir nous consumer.
Seuls les enfants embrassent le désespoir vertigineux de la solitude quand l’amour s’en va.
Seuls les enfants meurent d’amour.
Seuls les enfants jouent leur coeur à chaque instant, à chaque souffle.
À chaque seconde le coeur d’un enfant explose.
Tu me manques à crever, maman.
Jusqu’à quand vas-tu mourir ?”

Avevo da pochi giorni festeggiato i miei 5 anni, quando quel maledetto mattino del 27 agosto in due ore si portò via il mio papà, sulle cui ginocchia la sera prima avevo giocato a cavalluccio. Rabbia e ribellione sono in me esplose contro il mondo intero, e la ferita sanguina tuttora. La mente razionale di un bambino non può capire l’evento misterioso della morte che va contro ogni logica umana e molte mie espressioni e comportamenti  nell’immediatezza successiva sono stati  un pericolo per me e  per le persone che mi stavano accanto. A poco a poco, crescendo ho dovuto accettare anch’io, gioco forza, la legge incomprensibile  della vita cercando e ricercando con coraggio, forza e saggezza  una certa serenità per elaborare il mio dolore. Condivido, dunque, con intensa partecipazione i sentimenti dell’autore. Bravo Bruno Caliciuri, narratore, poeta, cantore di sentimenti ed emozioni universali.

 

 

In conclusione mi piace richiamare la canzone che porta lo stesso titolo del libro. grazie Calì e ad majora semper

Seuls les enfants savent aimer
La neige est tombée cette nuit
La neige c’est l’or des tout petits
Et l’école sera fermée
Seuls les enfants savent aimer
À la fenêtre j’ai chaud au ventre
La neige n’a pas été touchée
Dehors la rue qui se tait
Seuls les enfants savent aimer
Je passerai te prendre
Nous irons emmitouflés
Marcher sur la neige les premiers
Seuls les enfants savent aimer
Nous marcherons main dans la main
Nous marcherons vers la forêt
Et mon gant sur ton gant de laine
Nous soufflerons de la fumée
Nous ne parlerons pas
La neige craquera sous nos pas
Tes joues roses tes lèvres gelées
Seuls les enfants savent aimer
Mon ventre brûlera de te serrer trop fort
De là-haut le village
Est une vieille dame qui dort
La neige est tombée cette nuit
La neige c’est l’or des tout petits
Et l’école sera fermée
Seuls les enfants savent aimer
Compositori: Bruno CALICIURI

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