Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for ottobre 2021

” Si vedevano solo le stelle, che brillavano luminose nel cielo notturno

Quando leggere un libro è una fatica emozionante

chernobyljpg

Era il 26 aprile del 1986 il giorno dell’incidente disastroso alla centrale nucleare di Chernobyl con l’esplosione e la fuoriuscita di sostanze radioattive trasportate dal vento in mezza Europa. Anche se  dalle nostre parti la notizia è arrivata con qualche giorno di ritardo, la proccupazione è stata grande per l’inquinamento ambientale , sia per l’aria da respirare sia per i prodotti di terreni eventualmente contaminati che per il latte, alimento fondamentale per i bambini. Circa 20 giorni dopo nasceva il mio primo figlio e la mia preoccupazione era ancora più forte.

Adesso, dopo tanti anni, quando ho visto la notizia della pubblicazione di questo libro, l’ho comprato subito, perchè, con il disincanto dei tempi storici,volevo approfondire i fatti realmente accaduti,. mai finora raccontati fedelmente,

E’ stato faticoso e doloroso leggere Serii Plokhy, che documenta con una ricerca certosina quei fatti.

Anche se l’argomento è pesante, la lettura è scorrevole; l’autore, ucraino, trasmette, con empatia e partecipazione,  una narrazione spietata rigorosamente scientifica e particolareggiata senza trascurare dettagli e circostanze.Con l’economia militarizzata di quegli anni,  l’Unione Sovietica era impegnata ad assumere un ruolo di grande potenza mondiale in competizione con gli USA, e la realizzazione di progetti di diverse centrali nucleari serviva sia per soddisfare i fabbisogni interni, che per esportare energia, per incrementare  la bilancia dei pagamenti con l’estero . Sono gli anni di Gorbaciov che con il suo ambizioso programma  della perestroika voleva ricostruire il Paese rinnovando l’economia e riorganizzando lo Stato in una visione “democratica”.  In quest’ottica, per sopperire ad una cronica difficoltà di spesa interna, sia nella fase di progettazione che in quella di costruzione, della centrale di Chernobyl , si è preferito  economizzare sui costi sorvolando su difetti macroscopici, trascurando le misure di sicurezza. Scelte privilegiate dai massimi responsabili politici della Russia, che hanno volutamente ignorato i pareri degli scienziati addetti all’opera. E quando c’è stato l’incidente si è tentato di nasconderlo per non danneggiare l’immagine del Paese, esponendo addetti e popolazioni intere a rischi enormi. A significare l’indifferenza sadica dei responsabili della cosa pubblica anche nei momenti più drammatici, l’autore sottolinea che, in quel turbinio di polveri malsane e nuvole tossiche ” si vedevano solo le stelle che brillavano luminose nel cielo notturno” , alla cui luce persone indisturbate e ignare di quello che succedeva accanto , continuavano a pescare nel laghetto della centrale, le cui acque ormai erano contaminate : un contrasto significativo . Dopo aver cercato in tutti i modi di nascondere la tragedia immane, quando la notizia era filtarta in altri paesi , la dirigenza politica ha cercato di riparare inanellando errori su errori e cercando dei capri espiatori per giustificare l’incidente come se fosse un errore umano di alcuni addetti, mentre le contaminazioni da radiazioni invadevano molte zone abitate causando molte vittime sia tra gli operatori che tra la popolazione inerme; trattati, di fatto, tutti, come vere e proprie cavie con danni biologici e sacrifici di vite umane devastanti ” I biorobot del generale Tarakanov non furono nè i primi nè gli ultimi a rischiare la vita per un’operazione che non avrebbe portato a niente. In quel momento nessuno era in gardo di dire che cosa avrebbe davvero funzionato”. ” Qualche tempo dopo il ministro dell’energia ucraino-Vitalii Skliarov- ha scritto : -ero scosso da ciò che stavano facendo i nostri giovani soldati, chiamatii in sostanza a raccogliere a mani nude i pezzi del reattore. Il livello di radiazioni era, lì, insostenibile! Chi li ha mandati?Chi ha dato l’ordine? Come possono il crimine e la follia essere considerati atti di eroismo?”

Nascono in questo periodo i movimenti indipendentisti di diversi Paesi dalla grande Russia, che raggiungono l’autonomia proprio facendo battaglie sull’inquinamento ambientale e contro le centrali nucleari. anche se una volta affrancatsi dalla madrepatria,  hanno poi attuato progetti relativi alla costruzione di centrali. Ma questa è un’altra storia.

L’autore, che vive e lavora neli Stati Uniti, conclude auspicando una “cooperazione internazionale fra gli Stati che sviluppano progetti legati al nucleare…in un mondo che dipende sempre più dall’energia atomica. Il Pianeta è stato già scosso da un caso Chernobyl: non potrebbe sopportarne un altro. Per questo è importante coglierne l’insegnamento, comprendendo appieno cosa successe il 26 aprile 1986”.

A margine di questo post una nota personale. Ho finito di leggere il libro in questi giorni, tra il 13 e il 14 ottobre 2021, proprio mentre moriva Viktor Brjuchanov, uno degli ingegneri preposti alla costruzione e alla manutenzione della centrale di Chernobyl, che, dopo aver fatto 5 anni di carcere dei 10 ai quali era stato condannato per l’esplosione, è stato riabilitato e ha continuato a lavorare per il suo Paese.

Una strana coincidenza.

In qualche modo la stora di Chernobyl si intreccia con il mio vissuto.

Read Full Post »

Una pagina di storia personale

Boris Pasternak 

In ogni cosa ho voglia di arrivare
sino alla sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada,
nel tumulto del cuore.
Sino all’ essenza dei giorni passati,
sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici,
sino al midollo.
Eternamente aggrappandomi al filo
dei destini , degli avvenimenti,
sentire,amare, vivere, pensare
effettuare scoperte.

gagliardettojpg

In questi giorni è alla ribalta delle cronache il sindacato, da qualche tempo assente dalla scena sociopolitica italiana. Memori del mito graco, l’italia è specializzata a far risorgere come Araba Fenice , realtà incenerite, bruciate da usi e abusi, come è il caso dei sindacati in generale, e, nella fattispecie, della CGIL. Nel percorso del mio vissuto lavorativo mi sono dovuta, gioco forza, confrontare spesso con la realtà sindacale .

Rimbalzano, così, adesso, pensieri sparsi.

Ho partecipato al concorso pubblico del Banco Di Napoli, nell’ormai lontano 1971, stimolata da Giovanna, una collega occasionale dell’università di Messina, per fare esperienza. Quando, superato il concorso, è arrivata l’assunzione, ho accettato, nonostante le rimostranze della mia mamma, perchè avevo un disperato bisogno di lavorare. Avevo perduto il papà, con un malore improvviso, quando avevo appena compiuto cinque anni e avevo visto i salti mortali fatti da mia madre, casalinga, che cercava di amministrare la precaria rendita delle proprietà terriere per poter allevare dignitosamente le due bimbe. In banca, dunque, e vengo subito impegnata ad uno sportello di cassa : il mio cuore è in tumulto; non avevo mai visto in vita mia un assegno e un pagherò, se non tramite i libri sui quali avevo studiato per il concorso. Ragioneria, e contabilità erano per me praterie completamente nuove, ma non ho mai dimostrato alcuna incertezza nell’affrontare un lavoro lontano mille miglia dai miei interessi e anche dagli studi coltivati fino a quel tempo.E mi ci butto a capofitto, adesso, per fare bene e onorare il mio nuovo impegno. Il giorno dopo il mio ingresso in banca, ero allo sportello, si avvicina il rappresentante sindacale aziendale della CGIL, unico sindacato all’epoca esistente in Filiale,e sollecita Ciccio, il bravissimo Capo Ufficio alle mie spalle, perchè i nuovi assunti per concorso, eravamo in tutto 9, aderissero alla sua sigla. Il bravo Ciccio, pur essendo di dichiarata fede comunista, era più diplomatico e ha risposto al collega dicendo di avere pazienza ed aspettare.

banco di napolijpg

Dopo circa sei mesi il gruppo dei nuovi, cominciando a renderci conto di come andavano le cose e per poter dire la nostra anche nelle assemblee, ci siamo iscritti la maggior parte alla nascente UIL, che comunque era costola del sindacato maggiore, che metteva le sue pedine in casa altrui per continuare ad avere il controllo aziendale. Dopo qualche tempo nasce pure la CISL con la stessa strategia, e così ormai in azienda i sindacati erano il simbolo della “democrazia”, cosiddetta naturalmente. Ricordo ancora le assemblee in occasione dei rinnovi contrattuali, dove la frase d’ordinanza ripetuta all’unisono  dalla trimurti, come un ritornello lamentoso, e mistificatorio perchè bugiardo, era “per il bene del paese” . E per il bene del paese si sacrificava la categoria portando le assemblee fino alle 22, quando restavano i pochi fedelissimi e l’ordine sindacale passava all’unanimità. Capito ? “All’unanimità”! Eccome no ?! Con meno di 10 persone su oltre 200. Questa è la democrazia!

napolijpg

Tra una cosa e l’altra, in una turnazione di avvicendamenti, mi viene notificata una lettera di trasferimento presso un’agenzia periferica della provincia di Reggio ;non batto ciglio perchè quando ho sottoscritto il contratto di lavoro ho dato la disponibilità ad operare in qualsiasi  sede del Banco per esigenze aziendali. Poi però il mio trasferimento diventa una favola : alcuni colleghi, la cui serietà era aldisopra di ogni sospetto, giurano che il mio spostamento di sede era una vera e propria punizione, perchè ero considerata scomoda, nel senso che cercavo di denunciare le cose che non andavano e volevo cercare di  rendere il lavoro più confortevole per gli addetti e contemporaneamente più utile all’azienda. Perchè si può fare. Un collega mi ha giurato che in occasione di una cena in un locale di Villa San Giovanni, un rappresentante sindacale della CGIL, che tra l’altro si vantava che in molti anni di banca riuscisse a fare  carriera,  pur non avendo mai toccato pratica, abbia passato al convitato capo del personale della Direzione generale, un biglietto con su scritto il mio nome e la nuova sede alla quale dover essere destinata.A questo punto allora mi fermo . Per prima cosa studio lo statuto dei lavoratori e il regolamento interno del Banco di Napoli e viene fuori che il mio trasferimento era illegittimo. Mi oppongo e dopo diverse peripezie riesco ad evere la revoca  insieme alle scuse personali dell’allora Direttore generale. A me tutto sommato non sarebbe dispiaciuto cambiare posto di lavoro, ma ho lottato da sola, e ci tengo a precisare “da sola”, perchè non volevo passasse l’idea che il sindacato potesse impaurire con la mannaia delle cosiddette “punizioni”. Non mi inressava comunque se la notizia della cosiddetta punizione fosse vera o meno, perchè il fatto stesso che circolasse quella voce, bastava e avanzava perchè l’idea si affermasse e la cosa mi dava enorme fastidio sia nella forma che nella sostanza. Ho sostenuto un vero e proprio braccio di ferro, ma,  piccola e isolata, mi sono opposta e ho avuto ragione.

banchejpg

.Se ancora penso che perchè fossero adottati i timbri a secco in sostituzione di quelli a inchiostro, adesso magari faccio un sorriso, ma allora, essere costretti ad usare timbri anacronistici e di difficile manutenzione perchè la spesa non rientrava nel cosiddetto budget.. la sostituzione dei timbri nella Filiale di Reggio Calabria è stata una mia “conquista”, personale, appunto.

Pure per i locali di lavoro ho dovuto lottare, da sola. In una fase di ristrutturazione della sede, volevano costringerci, circa 6/7 persone, a lavorare in un unica stanza : ce l’ho fatta con la mia solita determinazione e con dispiacere dell’architetto napoletano che presumeva di sapere bene cosa servisse agli addetti, quando noi, invece, impegnati sul campo, eravamo consapevoli delle nostre realtà e dei nostri bisogni.

Avrei voluto un ambiente di lavoro più umano, più igienico, più accogliente per i clienti e più produttivo per l’azienda.Proprio mentre si pensava alla rimodulazione dei locali avevo proposto di adibire il pianterreno a locale di attesa con dei salottini e la possibilità di degustare un buon caffè,  e portare tutti gli uffici al piano superiore, dove si sarebbe potuto lavorare con la luce del sole, tenuto conto della bella esposizione dello storico fabbricato., punta di diamante dell’archeologia della città. Avrei voluto, ma mi dicevano di essere troppo avanzata. Questa battaglia non l’ho vinta, purtroppo. Sempre da sola.

Sempre da sola: come quando un collega truffaldino ha “rubato” a pù riprese, somme consistenti cercando di far ricadere la colpa su altri e da sola ho detto agli inquirenti, carabinieri e ispettori interni, come si lavorava, condizioni e carichi e turni , senza timori nei confronti di alcuno, per ripercussioni  o “vendette” sulla mia persona, ma dicendo e cercando sempre la veritò, a tutti i costi. Sola. Sindacati, con tutte le sigle, assenti.

In questi anni, dunque, con un gruppo di colleghi, folli come me, abbiamo dato vita ad un sindacato autonomo, con il proposito di rendere il lavoro più umano. Senza sfruttare permessi e distacchi, preparando nottetempo le informazioni utili ai colleghi e onorando sempre gli impegni di lavoro. Come prima cosa abbiamo preparato delle proposte di orario diverso da quello adottato, rispettando le chiusure contabili centralizzate, aumentando l’orario di sportello al pubblico e prevedendo degli sportelli aperti anche nei fini settimana  con turni sia di personale che, sul territorio,  di banche. Abbiamo inviato i plichi con i ciclostilati  a tutte le banche di Reggio e provincia con la possibilità di fare altre proposte, oltre quelle già indicate. Il sondaggio andava a gonfie vele, fino a quando la triplice sindacale non l’ha boicottato, sequestrando i plichi . Sono azioni di forza antidemocratiche.

Ho sostenuto quattro volte il concorso interno a funzionario, anche perchè ho sempre studiato e volevo raccogliere qualche risultato. Tre volte, dopo aver superato lo scritto, mi fermavano agli orali. La quarta volta i posti a bando erano 9 e gli ammessi siamo stati 14. Io, seconda allo scritto, non sarei dovuta andare a fare gli orali per impegni presi con mio marito, che era sicuro mi avrebbero respinto ancora. Colleghi della sede Centrale di Napoli però mi hanno sollecitato ad andare a sostenere la prova orale perchè, a quanto si sapeva, i posti già concordati-compromessi con i sindacati erano 5, ragion per cui questa volta non ci sarebbero stati impedimenti perchè la mia preparazione fosse riconosciuta. A questo punto, ho voluto provare, sono andata, ho sostenuto l’esame e sono risultata vincitrice al settimo posto: dopo i 5 già  pattuiti, sono stata, di fatto, seconda: Quindi i colleghi di Napoli erano bene informati.

Cosa hanno fatto i sindacati istituzionalizzati quando il sistema bancario italiano è stato stravolto ? Sono stati complici della ” distruzione” del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia, storici e gloriosi istituti di emissione, finiti fagocitati nel calderone del San Paolo di Torino secondo la strategia  della  spoliazione del mezzogiono, quel meridione d’Italia che,  da oltre un secolo e mezzo, alimenta il Nord del Paese con risorse materiali e umane.

Sono così tante le  mie  esperienze accumulate nei confronti con il sindacato che potrei scrivere un libro, per dire che non scopro certo adesso che il sindacato ha agito troppe volte per soddisfare interessi personali sia dei propri rappresentanti che di amici, e amici degli amici, secondo una strategia del do ut des che vige in italia da troppo tempo., in moltissimi settori. Da troppo tempo i sindacalisti hanno occupato poltrone prestigiose con remunerazioni stellari e hanno dimenticato il loro ruolo, cioè la tutela del lavoratore, forse perchè molti di loro non avendo lavorato, non conoscono il settore, i vari settori che rappresentano, spesso, abusivamente.Adesso che succede ? con il cosiddetto attacco alla sede della CGIL romana, di sabato 9 ottobre, la cui puzza di combinata criminale si sente da lontano, si vuole riesumare un cadavere. Sono tantissimi purtroppo gli atti di violenza nei confronti di persone fisiche e di realtà più o meno materiali, con conseguenze tragiche,  che spesso vengono ignorati e trattati in maniera fin troppo superficiale, e adesso ci si indigna oltremisura implorando un fantasma. La sinistra partigiana in Italia fa carte false per poter distruggere l’avversario politico, che è considerato un nemico da annientare con ogni mezzo tranne che nelle urne. Bella democrazia ! Proprio bella !

Read Full Post »

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato

l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco

lo dichiari e risplenda come un croco

perduto in mezzo a un polveroso prato. 

Ah l’uomo che se ne va sicuro,

agli altri ed a se stesso amico,

e l’ombra sua non cura che la canicola

stampa sopra uno scalcinato muro! 

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti

sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo dirti,

ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Eugenio Montalemontalejpg

Read Full Post »

Capita spesso nella società attuale che qualche mente ingegnosa butti lì, come fosse a caso, una parola, un vocabolo, una frase, per impressionare, cioè imprimere nell’immaginario collettivo ad effetto una idea, un pensiero, un concetto che vuole mettere in evidenza. Capita spesso che attraverso i moltissimi mezzi di comunicazione, video e audio, la frase venga ripresa e ripetuta a bella posta all’infinito, fino a quando non diventi di dominio pubblico e venga riproposta da bocca in bocca anche fuori luogo, in maniera automatica, magari senza capirne il significato.Perchè fa tendenza e bisogna essere aggiornati.Per dire, che quando la consorteria al governo, che tiene in balia l’Italia in maniera abusiva , ha deciso che bisognava cambiare timoniere ed equipaggio chiamando Draghi come salvatore della patria, si è diffusa la notizia che sarebbe stato il Governo dei Migliori, di antica memoria, a traghettare il Paese in questo periodo.

platonejpg

Chi mastica elementari rudimenti di storia e filosofia, ricorderà sicuramente che già Platone ed Aristotele, e non solo loro in verità, avessero indicato nei “migliori” le persone capaci di prendersi cura della res pubblica.L’hanno fatto relativamente alla società del loro tempo, anche se alcuni principi rimangono sempre validi.Tornando al qui e ora, e tenuto conto del retaggio importante della Magna Grecia custodito in Italia, mi sarei aspettata una vera e propria rivoluzione almeno nell’equipaggio, anche perchè sul Presidente Draghi nutrivo forti dubbi ricordando i giudizi categorici espressi  su di lui dal Presidente Cossiga, non uno qualunque. Aspettavo di vedere la dimostrazione dell’assioma, il governo dei migliori appunto, e invece ho dovuto constatare che si trattava di un postulato, cioè qualcosa di indimostrabile. Non è mia intenzione descrivere uno ad uno i menbri di questo equipaggio, che in linea con le due formazioni precedenti, ha fatto sprofondare il mio paese nell’orrido, un baratro infinito che non ha fine. E la barca va a picco.

aristotelejpg

Da due anni circa sono costretta a vivere in un’atmosfera allucinante a causa di un maledetto virus, che l’Italia ha affrontato nel peggiore dei modi, inanellando errori su errori in una catena infinita. Capofila le cosiddette eccellenze  della sanità lombarda, che, con la complicità di un governo di incapaci, :hanno dato uno spettacolo di inefficienza devastante con una vera e propria ecatombe di vite umane e con disastri economici e sociali semplicemente rovinosi. Ancor oggi, nonostante l’evidenza dimostri che l’emergenza sia finita (se mai ci sia stata ) e nonostante il fatto che molti Paesi stanno tornando alla situazione quo ante, ancor oggi, dunque, l’Italia, unico paese al mondo,, insiste in misure coercitive che nulla hanno a che vedere con il momento attuale. Prima di concludere non posso e non devo trascurare l’argomento vaccini. In questa sede prendo in considerazione solo i vaccini per il coronavirus, che non possono essere obbligatori. Alcuni li paragonano ai farmaci che comunemente vengono assunti per varie patologie, senza dire e/o senza pensare che per avere un farmaco, serve una prescrizione medica, poi il paziente ha a disposizione il famoso bugiardino e poi decide liberamente se assumerlo o meno.

capovoltajpg

Per quanto riguarda il vaccino per il coronavirus la situazione è perfettamente capovolta, perchè deve essere la persona ricevente a sottoscrivere una liberatoria, dando il pieno consenso all’inoculazione di un prodotto del quale non conosce la composizione. Come dire che per paura di morire ci suicidiamo., spinti dal terrorismo psicologico di una banda di criminali, che annulla le libertà individuali in nome di una fantomatica tutela della salute pubblica. Notizie completamente ingannevoli. Siamo proprio matti. Il timoniere e il suo equipaggio poi, per costringere le persone al cosiddetto vaccino, si inventano il lasciapassare sotto condizione e dividono gli italiani in buoni e cattivi diffondendo ancora notizie false.Ci sono specialisti esperti che sin dall’inizio hanno detto, documentato e ribadito che durante le pandemie non si fa uso di vaccini, perchè così facendo si stimola la formazione delle cosiddette varianti. Comunque i vaccinati possono contagiare ed essere contagiati, la mascherina ha un uso limitato, si dovrebbe stare all’aria aperta il più possile e invece ci hanno costretti agli arresti domiciliari. Per non dire di molti medici che hanno curato, con farmaci personalizzati, molti pazienti con risultati eccellenti e mortalità zero. Non sono favole. E’ tutta storia documentata. Il dubbio che già nel 2014 l’italia, attraverso i suoi rappresentanti di allora, abbia sottoscritto la disponibilità dell’Italia ad essere cavia di questi nuovi prodotti farmaceutici è più che lecito allora. Che la consorteria che governa l’italia sia un’accozzaglia di persone compromesse per interessi diversi con l’altrove ?  ! Dove sono i Cacciari, i Freccero e altri saggi che sicuramente saprebbero bene cosa fare in questo paese allo sbando ? Il Governo dei Migliori ?Avranno sbagliato a coniare quella frase, si tratta di fatto del Governo dei Peggiori.

Read Full Post »