Il lungomare di Reggio Calabria in uno scatto di Peppe Caridi
Corsi e ricorsi della storia; aveva visto giusto certo Giambattista Vico elaborando la relativa teoria. Perchè ritornano, eccome se ritornano. Ritornano fatti, situazioni e ritornano pure le persone. Sì, perchè ritornano anche i famosi Mille di Garibaldi che, reclutati in tutta la penisola, si impegnavano con tutte le loro forze a conquistare il Meridione d’Italia in nome di una unificazione che altro non era di fatto che la colonizzazione di buona parte del Paese ricca per storia, cultura, con un’ economia florida come era il Meridione, detto con migliore denominazione Regno delle Due Sicilie, da parte dell’altra parte povera, ignorante, imbarbarita come era il Nord d’Italia all’epoca, che dilapidava impietosamente le sostanze meridionali per impinguare le proprie casse. I Mille, dicevo, sono tornati, si sono rivitalizzati, non come popolo allogeno ma in veste di indigeni, reggini appunto, e sono partiti alla conquista, questa volta, di una città. Sì, adesso il loro obiettivo è la conquista di un luogo limitato,ancorchè piccolo: essi si concentrano su Reggio Di Calabria per deciderne le “magnifiche sorti e progressive” : una vera e propria carovana, anzi , per meglio dire,un caravanserraglio nel quale i Nostri Mille , si fa per dire “nostri”naturalmente, si trovano ammucchiati e fanno a gomitate e spintoni per poter respirare e non morire soffocati.Che brutta morte, quella per soffocamento! Eppure Mille reggini si sono dichiarati pronti a sacrificarsi, ad immolarsi sull’altare della cosa pubblica, proprio quella “res publica” il cui studio mi aveva tanto affascinato da farmi pensare che la politica fosse una scienza sociale elevata dal valore assoluto, che la politica fosse per antonomasia l’arte di ben amministrare la città. Aldilà delle metafore resta il fatto che per le prossime elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Reggio Di Calabria, scende in campo un vero e proprio esercito di poco meno di mille candidati con nove, e dico nove, alla prima poltrona di regnante-sindaco. Questo vuol dire che una città di circa 190.000 abitanti su una superficie di circa 236 chilometri quadrati ha nove poli: un polo ogni 26 chilometri, un candidato ogni 18000 abitanti.Cose da pazzi. Roba da commedia , anzi da farsa :quasi quasi verrebbe da ridere, se non ci fosse invece da piangere. Piangere sì, perchè se si vuole bene alla propria città ci si raduna, si discute, si dibatte e poi si decide per il bene pubblico : due poli, con due, e solo due, candidati a sindaco, e l’elettore sceglie . Io devo assistere ad uno spettacolo indecoroso, anzi indecente, nel quale la città è ignorata per fare spazio ai litiganti : e ce n’è per tutti, proprio per tutti; liberi professionisti, impiegati e dirigenti, voltagabbana e camaleonti, traditori e mercenari, massoni e illuminati, mestieranti del politicume; tutti lastricano le strade cittadine mendicando un voto come mentecatti. Naturalmente tra questa moltitudine amorfa ci sono anche le persone per bene, quelle oneste e leali, ma si confondono nella torre di Babele dei linguaggi e dei comportamenti. Questa città in questo momento storico ha bisogno proprio di questo, ha bisogno di un esercito di Mille persone volenterose, come sono sicuramente tutti i candidati, che comincino a spazzare le strade per ripulirle dal puzzo che le pervade per i rifiuti che ingombrano le vie, dove bisogna fare vere e proprie gimkane per evitare buche e acque che scorrono imperiture dagli impianti fognari e idraulici, che valorizzino i siti archeologici e i beni culturali, che promuovano con fatti il turismo, che curino la manutenzione del tapis roulant un fiore all’occhiello che molti ci invidiano. In questi ambiti sicuramente l’esercito dei Mille, proprio da album Panini, si adopererà in prima persona senza alcun risparmio.Questi valorosi Mille si sacrificano con spavalda baldanza per il bene della città perchè ne conoscono la nobile storia, e mi riferisco al Cenide e all’antichissima Colonna Reggina , e mi riferisco alla Reggio polis della Magna Grecia, oggi declassata a …magna….magna, e a quella città dove Augusto Imperatore manda a soggiornare la vivace figlia Giulia, e a quella celebrata nella Chansons D’Aprèmont e da Andrea Da Barberino ne I Reali di Francia. per non dire degli stretti legami tra la città e gli “de” e personaggi mitici come Aschenez, Poseidone, Nettuno, Apollo e il re Italo, da cui il nome a tutta la penisola.Su tutto questo e molto altro ancora i Mille sono eruditi perchè, dopo avere appreso la nostra storia sui banchi di scuola, si sa, tutti lo sanno che nelle nostre scuole viene insegnata la storia vera del territorio come disciplina obbligatoria, poi dopo ognuno di loro prima di lanciarsi nell’agone politico, ha voluto doverosamente approfondire per essere preparato e, forti di cultura e civiltà storiche, della quale trasuda ogni pietra cittadina, possano sentirsi orgogliosi di calpestarne il suolo. Reggio oggi è lo specchio di uno stato che manca, quello stato che mi dovrebbe rappresentare e dal quale invece mi sento tradita; quello stato che come una piovra mafiosa ogni giorno mi aggredisce soffocando la mia libertà E adesso sono stanca, stanca di dare ancora fiducia a qualcuno. La ferita, la rabbia, la mia indignazione sono così forti che mi vien voglia di spedire tutta la carovana dei Mille a quel paese senza se e senza ma e vorrei dimettermi da cittadina, solo che è impossibile: una volta rinunciato ai miei diritti politici non dovrei almeno pagare le tasse, ma questo è impossibile, ragion per cui il mio tormento è ancora maggiore. A questo punto l’unico modo per esprimere il mio pensiero in questo ambito risiede nel mio voto, io questa volta non andrò a votare e lo farò con sofferenza. Devo per questo chiedere scusa ai miei figli, ai quali ho sempre cercato di trasmettere la necessità di sentirsi protagonisti della vita pubblica con la partecipazione attiva. Scusate ragazzi, ma questo spettacolo mi causa nausea, preferisco andare nell’orto. ne va della mia salute, fisica e mentale. E ricordo sempre quello che diceva Mercadante il mio docente di Scienza della Politica sostenendo che quella italiana è una demoplutocrazia giudaico massonica e massonica giudaica.Con la speranza che il futuro dei miei figli sia migliore.
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