Scrivevo cuore con la q quaderno con la g quand’ero piccolino così
Cantava Celentano qualche decennio fa; adesso, anzi ormai da qualche tempo, quel “piccolino” è cresciuto, si è laureato e insegna. Insegna? Beh , vediamo un pò cosa.
Il mio primo figlio si era assentato qualche giorno da scuola, terza elementare, per l’intervento di appendicite, e al rientro, mi aveva sollecitato ad aiutarlo a prendere i compiti assegnati durante la sua assenza e io, diligentemente, appoggiata al davanzale della finestra del corridoio adiacente l’aula, stavo copiando gli esercizi dal quaderno di un suo compagno, quindi sentivo la lezione della maestra di italiano : ” ragazzi adesso io scrivo alla lavagna alcune parole, delle quali voi dovete fare l’accrescitivo, facendo attenzione che una di queste parole fa l’accrescitivo in forma irregolare”. la classe si mette al lavoro e, concluso l’esercizio, si procede alla sua correzione. Tra le parole indicate dall’insegnante c’era pure “stella”, sulla quale la maestra si sofferma, spiegando che l’accrescitivo fa “stellone” e non stellona, come era stato scritto dagli alunni. Pomeriggio, a casa, guardo il quaderno di mio figlio , dove c’è la correzione da stellona a stellone e cerco di fargli capire che pure gli insegnanti possono sbagliare e che quella sua maestra doveva pure avere un grande “stellone” per essere considerata una tra i migliori insegnati dell’Istituto: e figuriamoci gli altri allora!….
Qualche anno dopo l’insegnante di quinta elementare della mia terzogenita corregge il libro dove era stato scritto che l’auto della polizia procedeva a sirene “spiegate” in “spietate”: Proprio spietata questa insegnate, pur bravissima anch’ella, naturalmente.
Per arrivare in terza liceo classico, dove la titolatissima insegnate di greco invita la classe a fare un riepilogo dei pronomi di greco e sollecita i suoi studenti a dire a quale pronome corrisponde il vocabolo “es” che era semplicemente l’indicazione di “esempio” per la frase successiva.
Sono solo alcune delle, purtroppo, tantissime perle, esperienze dirette mie, sulle quali potrei scrivere un libro; i miei figli adesso viaggiano intorno ai trenta o giù di lì, quindi questi episodi risalgono all’incirca ad alcuni decenni fa.
“Una zebra a pois
me l’ha data tempo fa
uno strano marajah
vecchio amico di papà
una zebra a pois”
la zebra del maragià, resa famosa da Mina era a pois,
adesso ne arriva agli onori della cronaca un’altra, la zeb(b)ra, solo perchè qualcuno ha reso noto l’errore di una insegnate che corregge l’alunno, il quale aveva scritto bene, zebra appunto, errore che, tra l’altro, il dirigente ha cercato di giustificare come peccato veniale. Per dire che purtroppo l’ignoranza a scuola dilaga straripando; spesso poi la classe docente è supponente e arrogante, chiusa al dialogo con la famiglia, quando poi a promuovere e a bocciare sono proprio, spesso, i genitori come risulta da molte ricerche effettuate negli anni da Confindustria. Quella degli insegnanti è una vera e propria casta che si ritiene depositaria della verità esercitando un potere abusivo; naturalmente con le debite eccezioni.
Quello dell’insegnante che dovrebbe essere una vera e propria missione, un mestiere nobile, efficace, per trasmettere saperi alle generazioni future, insieme a modelli di vita e di virtù, è diventato spesso un’accozzaglia di gente ignorante in parcheggi abusivi, senza alcun controllo e sotto tutela sindacale a prescindere.
Lode, onore e gloria ai miei insegnanti di liceo,a cavallo degli anni sessanta del secolo scorso, severi, competenti e bravissimi.
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