A margine dell’ iniziativa “Comune in Piazza”
Pur andando fiera delle mie origini stefanite, mi sento cittadina reggina a tutti gli effetti ; amo Reggio Calabria in maniera totale perché ci vivo da tantissimo tempo e ne apprezzo colori, odori e sapori. La mattina appena alzata mi permetto il lusso di gustare il primo caffè guardando il fantastico spettacolo dello Stretto; con un unico sguardo abbraccio, infatti, l’ orizzonte che comprende l’ Etna e il porto di Messina : è il miglior viatico per iniziare un nuovo giorno, cosa non facile.
Il fatto che abbia votato due volte Scopelliti , e che se si dovesse votare oggi, lo rifarei, mentre il futuro non posso ipotecarlo, non mi obbliga ad applaudire tutto l’ operato dell’ Amministrazione Comunale e non mi impedisce di notare le cose che non vanno, e che, purtroppo, sono parecchie. Prendendo spunto dalla recente iniziativa che ha visto a Piazza Camagna dialogare amministratori e cittadini mi viene spontaneo fare alcune considerazioni. La manifestazione lodevole in linea teorica, per alcuni aspetti, secondo me, si è risolta in una passerella, più o meno avvedutamente organizzata secondo obiettivi autoreferenziali. Si potrebbe migliorare e renderla periodica,magari dando la possibilità di intervenire attraverso questionari; eleggere Piazza Camagna l’ Agorà reggina, senza protagonismi personali,ma nel rispetto reciproco ,tenendo sempre presente l’ indispensabilità di una cultura di base intesa come pensiero del nostro tempo in un processo armonico tra cultura e società per migliorare la qualità della nostra vita. In Piazza ho sentito parlare di differenza di attenzione tra centro e periferie ; per certi aspetti, invero, anche il centro è molto trascurato : strade sporche e piene di buche ,negozi che espongono le proprie merci nella strada, ridotta ad un corridoio : la polizia municipale dove sta ? aspetta la famosa denunzia,che poi, lascia il tempo che trova ? Dove stanno gli eletti per le circoscrizioni ? Forse è un organismo da eliminare,così almeno si risparmiano le spese. Per non dire , inoltre, degli stranieri che invadono le nostre vie esponendo le loro mercanzie in ogni dove; in proposito, giova ricordare che durante i festeggiamenti della Madonna della Consolazione,lo scorso mese di settembre, il Corso Garibaldi e Piazza Duomo erano praticamente “occupati” dai “ vu’ cumprà” , con enorme disagio dei cittadini. Tenuto conto del modo esemplare in cui è stata affrontata la “ decolation rom”, mi sarei aspettata un’ azione più attenta anche per questo problema. Che dire delle addizionali ? Sulla pensione ho la trattenuta enti locali,nelle bollette del gas ,dell’ energia elettrica, del telefono ho l’ aggravio delle addizionali, senza peraltro conoscere le diverse suddivisioni tra regione,provincia e comune. Sono convinta che i grandi risultati si ottengono con l’ impegno continuo faticando sulle nostre gambe, cominciando dalle piccole cose, e sono convinta che la chiave del buon governo sia la cultura,che apre tutte le porte. Perché non cominciare dalla scuola, insegnando la storia del territorio ?
Qualche tempo fa il Comune ha avviato un sistema informativo attraverso sms,che il primo periodo ha funzionato benissimo,sfumando a poco a poco nel nulla. Perchè ?
Naturalmente la mia vuole essere una critica costruttiva,quindi ho anche delle proposte,come per esempio, organizzare la raccolta dei rifiuti porta a porta differenziandola. Costruire un termovalorizzatore in un sito adatto; introdurre nel calcolo dei tributi da pagare il regime fiscale che tenga conto del quoziente familiare.
Attenzione particolare , inoltre, il Comune dovrebbe dedicare alle nostre coste,che dovrebbero essere il più possibile lasciate libere da costruzioni e fabbricati, tenendo conto sia dell’ opera di erosione naturale del mare, sia di eventuali fenomeni violenti,sempre naturali ,legati a maremoti, il cui impatto,soprattutto sulle coste potrebbe essere devastante.
Sono favorevole ad una organizzazione dello Stato in senso federalista,scelta che ,secondo me, si sarebbe dovuta fare nel 1860. All’ epoca, proposte in tale senso avanzate dal lombardo Cattaneo ,dal ponticio Gioberti e dal napoletano Pisacane,tutte con motivazioni valide sono state ignorate e trascurate, privilegiando una soluzione illegittima, per la quale il meridione è diventato colonia e ostaggio del nord. Noi meridionali trascuriamo le nostre enormi capacità, che hanno profonde radici culturali,civili, storiche e ambientali. Dobbiamo soltanto svegliarci dal letargo in cui siamo piombati,liberarci dall’ anestesia dell’ anima,rimboccarci le maniche ,armarci di vanga e badile e metterci a lavorare seriamente, senza guardare in faccia nessuno per costruire il nostro futuro autonomamente, rifiutando elemosine e briciole, ma rivendicando il nostro diritto a riprendere il nostro ruolo di protagonista positivo e di eccellenza. In questo senso, per quanto riguarda il nostro territorio ritengo sia necessario insistere e stringere i tempi per la realizzazione dell’ Area dello Stretto e il suo riconoscimento giuridico, in modo da poter esprimere quello che anche se ancora in fase embrionale,viene indicato il “modello Reggio Calabria”, che vede il nostro porsi come un Comune Virtuoso al mondo intero, senza falsa modestia o retoricumi ipocriti.
Ad maiora!
(fotografie di Peppe Caridi)
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