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Archive for aprile 2020

Apparizione di una divina Luce azzurra

A  –   ura suggestiva di

Z  –  efiro soave che soffia leggero da

Z  .  affiro “sappherios” per irradiare l’

U  –  niverso come diamante puro

R  –  iserva infinita di

A  –  mmaliante sappir

A primavera la natura si ridesta dal riposo invernale

“Ma poi, non è adesso che finalmente si ritira l’inverno, con la sua coltre ghiacciata, e si squagliano le nevi, disciolte dal tiepido Sole? Tornano sugli alberi le foglie che il freddo ha fatto cadere, e crescono le roride gemme sui tralci novelli; rimaste a lungo nascoste, per vie misteriose le messi levano ora le cime verso l’alto; ora il campo è fecondo,  ora gli uccelli preparano nido e casa sui rami. È giusto che le madri romane festeggino la stagione feconda: per loro, il parto è insieme dovere e speranza. Portate dei fiori alla dea, ama le erbe in fiore questa dea, cingete le teste con corone di fiori freschi. Dite: “Lucina, tu ci hai dato la luce.”; dite: “Tu esaudisci il voto delle partorienti.”; e se qualcuna è ancora incinta, sciolga i capelli e preghi la dea di darle un parto dolce, senza dolore”.

Questa bellissima pagina del III libro dei Fasti di Ovidio descrive bene il mio sentire di questo momento.

Eh sì, proprio così, perchè oggi una luce Azzurra è giunta tra di noi a rischiararci dal torpore di un inverno particolare

Non a caso ho ripreso un brano di Ovidio, poeta elegiaco romano per eccellenza che canta la primavera, la stagione nella quale la natura si risveglia, rinasce, quindi “partorisce”, metafora della vita di tutti gli esseri che popolano la terra. Oggi, nel nostro calendario,  si celebrano i natali di Roma : la mia prima nipotina in linea diretta è voluta nascere proprio oggi, lo stesso giorno  del suo papà.  Mica sono coincidenze ? Chiamala emozione pura; è, infatti, esplosione di gioia, è il canto della vita e dell’universo tutto che  sorride, sì, Azzurra ci guarda e sorride: hai visto mai che porta il  messaggio di un futuro sereno ? Benvenuta Azzurra, che  la luce azzurra densa di amore  illumini sempre i tuoi passi  e che  cielo ti sorrida sempre.

 

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La Settimana di Passione ai tempi del coronavirus
Un amico mi ha trasmesso questa riflessione. Non so chi sia l’autore, so soltanto che si tratta di traduzione dal catalano. Pubblico il testo integrale, perchè ritengo sia molto attuale, e non ha bisogno di ulteriori commenti. Aldilà dei riti ecclesiastici e religiosi che si esauriscono in celebrazioni spesso sfarzose che spesso tradiscono il messaggio evangelico, le testimonianze sul campo parlano in silenzio, senza pompa e senza vanagloria. E’ un urlo strozzato in gola che squarcia le tenebre del bigottismo e lascia stupiti, interdetti  e senza parole. Questo scritto essenziale  e  sofferto prende spunto  dalla cosiddetta Settimana Santa, istituita dalla Chiesa Cattolica per ricordare la Passione di Cristo e ne attualizza il messaggio, perchè il Vangelo bisogna viverlo, non predicarlo. Secondo me questa pagina ha un significato universale, aldià del credo personale e dovrebbe far riflettere soprattutto coloro che si dicono cattolici apostolici e sbandierano la propria fede quasi fosse un vessillo sociale da esibire con presupponenza e ipocrisia.
L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi e scarpe
“Chi dice che non ci sarà Settimana Santa quest’anno?… Non avete visto l’immensa Processione di persone
risultate positive al Coronavirus? Non vedete la Via Crucis del personale sanitario che risale il Calvario della
pandemia, sopraffatto e con l’angoscia nel cuore per la paura di non riuscire a resistere? Non avete visto i
medici con il camice bianco portare
la croce dolorosa delle persone contaminate? Non vedete tanti
scienziati sudare acqua e sangue, come al Getsemani, per trovare un trattamento o un vaccino? Per favore,
non dite che Gesù non passa nelle strade quest’anno…mentre tanta gente deve lavorare per portare cibo e
medicine a tutti noi. Non avete visto il numero di Cirenei offrirsi in un modo o nell’altro per portare le pesanti
croci? Non vedete quante
Veroniche, sono esposte all’infezione per asciugare il volto di persone
contaminate? Chi può non vedere
Gesù cadere a
terra, ogni volta che sentiamo il freddo conteggio delle
vittime? Non vivono forse, la Passione , le case di riposo piene di persone anziane e
il
personale … con il
fattore di rischio più elevato? Non è come una corona di spine per i bambini obbligati a vivere questa crisi
rinchiusi, senza capire troppo bene… senza poter correre nei parchi e nelle strade? Non si sentono
ingiustamente condannate, le scuole, le università, e tanti negozi
obbligati a chiudere? Tutti i paesi del
mondo non sono colpiti, frustati, dal flagello di questo viru? E non manca in
questa via di dolore
Ponzio
Pilato che si lava le mani…i dirigenti che cercano semplicemente a trarre un vantaggio politico o economico
dalla situazione, senza tenere conto delle persone? Non soffrono, impotenti come i discepoli senza il
Maestro, altrettante famiglie e persone sole confinate in casa, molte con problemi, non sapendo come e
quando tutto finirà? Il volto doloroso di Maria non si rispecchia forse, in quello di tante madri che soffrono per
la
morte, silenziosa e a distanza , di una persona cara? Non è come strappare le vesti… l’angoscia di tante
famiglie e di piccole imprese che vedono le loro economie svanire? L’agonia di Gesù in croce non ci fa
pensare alla mancanza
di respiratori nelle unità di terapia intensiva ?
Per Favore… non dite : Niente
Settimana Santa…niente Pasqua quest’anno non ditelo! perché il DRAMMA DELLA PASSIONE non è certo
quasi mai stato così reale e autentico e la nostra stessa vita non è mai stata così in attesa e piena di
speranza nella Risurrezione !”

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La mia mascherina è letteraria, specialmente poetica, e rigorosamente esclusiva

 

Sono abituata da sempre a fare di necessità virtù, come si dice dalle mie parti. E quindi mi sono messa all’opera : potevo nascondermi dietro una  mascherina qualunque ? Giammai !

Il fatto è che ante litteram e per puro caso avevo acquistato delle mascherine a prezzi normali, cioè qualche centesimo ciascuna. Questo ttipo

che però mi dà fastidio, sia per il materiale, di plastica, sia per la forma credo, perchè mi toglie il respiro.

Considerato poi il fatto che, con molta probabilità, dovremo usarle quotidianamente e pe tempi indefiniti, ho pensato di farle da me.

Per caso, in questi giorni mi sono venute tra le mani delle pezze di stoffa di puro cotone, che avevo orlato e sulle quali mi ero divertita a trascrivere delle poesie. Detto fatto , ho arricciato i lati corti sui quali poi ho cucito degli elastici come ganci per le orecchie. All’interno ho messo una busta di quelle che si usano per congelare; la  busta  dopo un singolo  utilizzo si butta . la mascherina si può lavare all’infinito. Ago, filo elastico, sono strumenti  che si trovano, in linea di massima, nel cestino dell’occorrente per  cucire. Ed ecco pronte, a costo zero, le mie mascherine letterarie, anzi queste, per la precisione, sono poetiche.

Ci sarà tempo anche per quelle strettamente letterarie. E ci può sbizzarrire con scritte, disegni, ricami di vario tipo, serve solo luiberare la fantasia.

 

 

 

 

 

 

 

in uso

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