A – ura suggestiva di
Z – efiro soave che soffia leggero da
Z . affiro “sappherios” per irradiare l’
U – niverso come diamante puro
R – iserva infinita di
A – mmaliante sappir
A primavera la natura si ridesta dal riposo invernale
“Ma poi, non è adesso che finalmente si ritira l’inverno, con la sua coltre ghiacciata, e si squagliano le nevi, disciolte dal tiepido Sole? Tornano sugli alberi le foglie che il freddo ha fatto cadere, e crescono le roride gemme sui tralci novelli; rimaste a lungo nascoste, per vie misteriose le messi levano ora le cime verso l’alto; ora il campo è fecondo, ora gli uccelli preparano nido e casa sui rami. È giusto che le madri romane festeggino la stagione feconda: per loro, il parto è insieme dovere e speranza. ”Portate dei fiori alla dea, ama le erbe in fiore questa dea, cingete le teste con corone di fiori freschi. Dite: “Lucina, tu ci hai dato la luce.”; dite: “Tu esaudisci il voto delle partorienti.”; e se qualcuna è ancora incinta, sciolga i capelli e preghi la dea di darle un parto dolce, senza dolore”.
Questa bellissima pagina del III libro dei Fasti di Ovidio descrive bene il mio sentire di questo momento.
Eh sì, proprio così, perchè oggi una luce Azzurra è giunta tra di noi a rischiararci dal torpore di un inverno particolare
Non a caso ho ripreso un brano di Ovidio, poeta elegiaco romano per eccellenza che canta la primavera, la stagione nella quale la natura si risveglia, rinasce, quindi “partorisce”, metafora della vita di tutti gli esseri che popolano la terra. Oggi, nel nostro calendario, si celebrano i natali di Roma : la mia prima nipotina in linea diretta è voluta nascere proprio oggi, lo stesso giorno del suo papà. Mica sono coincidenze ? Chiamala emozione pura; è, infatti, esplosione di gioia, è il canto della vita e dell’universo tutto che sorride, sì, Azzurra ci guarda e sorride: hai visto mai che porta il messaggio di un futuro sereno ? Benvenuta Azzurra, che la luce azzurra densa di amore illumini sempre i tuoi passi e che cielo ti sorrida sempre.